Beta wrote: Da un anno sto provando a mettere a punto un sistema differente di attacchi per utilizzarli con i Nepal Extreme (da alpinismo su ghiaccio/misto). Prima dell'attuale sistema, un sistema diverso l'ho copiato dai francesi (Dedè Rhem, Jerome Ruby, Marco Siffredi) che lo utilizzano (o meglio hanno utilizzato) per discese estreme nelle alpi e Siffredi nella discesa dell'Hornbein Couloir all'Everest (la prima, nella seconda ci ha lasciato la pelle). Praticamente si tratta di togliere un cuneo di plastica dalla base dei soft per poi unirli in modo tale che possano aderire agli scarponi da alpinismo..
Anch'io ho girato per un breve periodo con scarpone da alpinismo (Trezeta in plastica però, tipo vecchio Raichle o vecchio Asolo AFS per chi se lo ricorda) ma abbinato ad attacco Flow modello base da donna misura S (calza a perfezione, su misura senza spazi vuoti, con oltretutto il vantaggio di calzata del Flow). In inverno è comunque uno scarpone freddo e basso nel gambetto, affaticante soprattutto nei lunghi traversi e poco protettivo per le caviglie.
Beta wrote:Quello che sto provando a mettere a punto parte invece da un attacco hard al quale ho tolto gli archetti, adattato, fissandolo sulla talloniera, lo spoiler posteriore dei soft e come strap (sono indeciso se due o tre) quelle dei Raichle a cremagliera interponendo una fascia imbottita per evitare punti di pressione sullo scarpone, una che chiude sul malleolo e fissata alla talloniera, una che chiude appena prima delle dita e fissata sul puntale, ed eventuale terza fissata sullo spoiler a chiudere sulla tibia. Per quanto riguarda il flex non essendo possibile mettere una molla posteriore (tra la talloniera e lo spoiler) ho pensato (ma sarebbe una variante del lasciare tutto fisso) di mettere due molle lateralmente (una per parte) fissate alla talloniera ed allo spoilere e dove il punto di fissaggio sia libero di ruotare in modo tale che le molle lavorino in compressione e distensione seguendo l'inclinazione dello spoiler il quale non avrebbe così un punto fisso di appoggio sul retro. Questo sistema è vantaggioso per esempio in caso di salite alpinistiche e successive discese perchè permette di utilizzare un unico paio di scarponi, leggeri, e sicuri nel caso di traversi su misto/rocce/ghiaccio. Lo sto studiando perchè con i Raichle ho avuto qualche problema di appoggio su misto per via della suola, ma d'altronde non son scarponi da alpinismo. Potrebbe funzionare decorosamente anche in pista.
Il primo a cui ho visto adottare il concetto di via di mezzo tra settaggio hard e soft (utilizzando un attacco hard) è stato Davide Marciandi (grande personaggio innovativo ed ingegnoso....forse aveva preso dal padre, per chi lo conoscesse).
Penso (parere personale) che la connessione migliore su cui lavorare sia un attacco hard molto leggero (compatto, leggero, minimalista e pratico da mettere e togliere, connessione con scarpone precisa) abbinato ad uno scarpone trasmissivo ma elastico e progressivo, con ampia escursione di piegamento + scarpetta termoformabile abbastanza rigida e precisa nella calzata.
Lo scarpone da scialpinismo è quello piu' moderno (leggero ed elastico grazie al pebax, scarpette termoformabili sempre piu' comode e precise) ed aggiornato tecnicamente nel tempo (snodi gambetto, escursione in camminata, suole vibram sempre piu' leggere e grippanti), grazie all'interesse che riveste il settore.
Nello snowboard con tavole strette l'esigenza è tuttavia avere suole sempre piu' corte e gioco forza o allarghi la tavola o cambi scarpone....basterebbe uno scarpone da scialpinismo con suole limate/accorciate + aggiunta di un semplice sistema a molla.....ma ci arriveremo grazie all'ingegno di qualche utilizzatore. Del resto, il sistema a leva posteriore utilizzato da Scarpa sull'F1 sembrerebbe sia nato in serie grazie alla "copiatura" durante le gare del sistema artigianale costruito ed utilizzato da Pierre Gignoux......