Buondi'.
Stavo guardando questa tavola qua :
http://www.gsteam.biz/archivio-news-est ... inversione
Cosa succede se mi piego con una tavola di questo tipo?
Visto il profilo dovrebbe fare delle curve abbastanza strette.
O no?
Camber invertito.
Moderators: fivat, rilliet, Arnaud, nils, Silber, Alex
Re: Camber invertito.
Bell'argomento....la soluzione viene anche definita rocker ed è l'innovazione tecnica (o meglio è piu' la ripresa di un concetto già adottato in passato) di questi tempi in ambito sci da freeride.Cecco wrote:Buondi'.
Stavo guardando questa tavola qua :
http://www.gsteam.biz/archivio-news-est ... inversione
Cosa succede se mi piego con una tavola di questo tipo?
Visto il profilo dovrebbe fare delle curve abbastanza strette.
O no?
Soluzione adottata, a livello industriale, da un paio d'anni da K2 su fondamentalmente 4 modelli (Pontoon, HellBent e Seth + AntiPiste per il telemark) con diverse incidenze di rocker in base all'utilizzo piu' o meno orientato al fuoripista in neve fresca.
Successivamente sono arrivati altri produttori e Rossignol che ha però adottato una soluzione un po' diversa (come quella adottata in seguito sulla tavola nel link):
- rocker in punta e coda per galleggiamento e facilità di inversione su nevi fresche e crostose
- sciancratura tradizionale accentuata per tenuta e controllo anche sul duro (mai come un camber tradizionale) nei trasferimenti pista/fuoripista.
La produzione di sci freeride 2009/2010 prevederà ormai per l'80% di modelli dotati di rocker (doppio o solo anteriore in base all'orientamento).
Che dire, è l'applicazione dell'acqua calda alla specializzazione, al marketing, al miglioramento delle prestazioni (facilità, galleggiamento e manovrabilità) in neve fresca e fuoripista....ma quest'anno la stagione è andata così...e l'anno prossimo? sarà ancora Canada? ....
Se pensi alle tavole swallowtails o ai longboards tipo Dupraz o Pogo (e sono shape concepiti dai tempi storici) adottano già un tipo di camber inverso in punta, rappresentato dal tipo di nose molto pronunciato e non facente parte della superficie di scorrimento.
Ho sciato l'anno scorso con dei K2 Seth 189 a camber inverso (punta/coda non eccessivamente accentuato) e per chi è venuto a Zinal, mia moglie ne aveva un paio di 169.
In sintesi:
- la considero una soluzione efficace (facilità/galleggiamento) sia su nevi fresche e profonde che soprattutto su nevi crostose e difficili primaverili (piu' difficili da gestire in ambito sci/telemark), dove il rocker da all'attrezzo assoluta imperturbabilità e maneggevolezza.
- la considero una soluzione obbligatoria per chi volesse fare del fuoripista con tavole "corte" (sotto i 165 cm) al fine di dare galleggiamento (quest'anno anche Burton l'adottato sulla Fish, tavola a mio avviso troppo corta per il fuoripista)
- è una soluzione non adatta al carving o alla conduzione in pista in quanto ne limita la lunghezza di lamina effettiva (a meno che di avere tavole molto lunghe....vedasi swallowtails che mantengono lamine effettive di 140/150 cm ma a fronte di lughezze totali che oscillano dai 188 al 230 cm)
- per il freestyle ne limita la stabilità negli atterraggi (limitato contatto superficie di scorrimento)
- anche la soluzione di Rossignol (intelligente) riesce solo a dare quel minimo di tenuta (sciancratura centrale) ma si conferma a mio avviso una soluzione specifica ad un determinato utilizzo.
- bisogna fare delle considerazioni anche sul settaggio (meno complicato in ambito snowboard ma piu' complesso in ambito sci) in quanto il posizionamento degli attacchi modifica le caratteristiche dell'attrezzo (tenuta), tanto è che K2 prevede un range di ben 7 cm per il posizionamento attacchi....in telemark ancora piu' complesso....
Tale soluzione viene anche affiancata (solo su modelli ultraspecifici da polvere) dal Reverse Sidecut (mod.Volant Spatula, i primi, ed altri come Pontoon , ecc,ecc); sciancratura inversa (come le tavole da surf per intenderci...bombate al centro e con misure variabili).
Devo dire che qui in ambito snowboard ci si è arrivati dopo e la tendenza non sembra sia cosi' diffusa come nello sci ma rimane legata a mio avviso alle già favorevoli caratteristiche della tavola verso l'ambiente fuoripista.
Ci sarebbe da dire ancora molto su impressioni e sensazioni ma non la vedo una soluzione troppo vincente applicata allo snowboard....sullo specifico ancora meglio il concetto swallow (portanza/comfort su tutte le nevi/tenuta sul duro e lamina effettiva) o Dupraz (portanza/comfort su quasi tutte le nevi/poca lamina effettiva ma adeguata/facilità e tenuta/divertimento sul duro a causa raggio ridotto).
Non dimenticherei che sullo specifico vale sempre la qualità dei materiali e della costruzione, indispensabili e fondamentali quando si tratta di tenuta. E Rossignol, e LibTech, e Burton, e la produzione commerciale standardizzata .......

Pietro
... sciare in pista è come nuotare in piscina, sciare in fuoripista è come farlo in mare aperto ...
... sciare in pista è come nuotare in piscina, sciare in fuoripista è come farlo in mare aperto ...