jax wrote:
Cavolo, non se ne esce.
Un tempo seguivo quello che dici tu qui sopra ma solo in maniera istintiva poi mi hanno detto che era sbagliato, che "spanciavo" in front e che andavo con "il culo a pizzo" in back almeno nella parte iniziale della curva e che stavo troppo eretto.
Poi leggendo qui e li ho trovato vari spunti dove fondamentalmente si dice che è la tavola che segue l'atleta e non il contrario e anche questo ha un senso.
Un giorno ci dobbiamo incontrare così mi fai vedere.
E sarà anche ora, che ci si incontri, almeno ci diamo un'occhiata a vicenda e capiamo come sbagliare meglio imparando (da)gli errori dell'altro.
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Scherzi a parte...Purtroppo, da due/tre anni (come si vedrà anche dalla latitanza del sottoscritto sui forum "nevistici"), non sto più praticando molto (né con il corpo, né con la mente), ma... prima o poi... ci sarà occasione;)
Cmq, tornando al discorso di ciò che è stato detto e smontato anche a me... ho inziato da autodidatta (783624873981 anni fa) con l'ovvia controrotazione.
Poi, prime lezioni: "Nooooo...mai controruotare! Rotazione del busto nella direzione della curva". E via, ad imparare la rotazione. Dopo anni trascorsi a migliorare la rotazione, stavolta lezioni di alto livello e... "La rotazione è per lo snowboard quello che lo spazzaneve è per lo sci. Dentro con l'anca!".
E vabbe'.
Dopo qualche anno... "Sì, dentro con l'anca, ma il movimento parte dalle caviglie, quindi dalle ginocchia (così riesci a spigolare senza cadere dentro la curva in caso di bassa velocità) e, solo quando la tavola ha già iniziato un minimo a girare, vai dentro gradualmente con le anche (per inclinare di più la tavola) piegando le ginocchia (per mettere pressione continua sulla lamina della tavola inclinata).
Il consiglio che ho trovato più valido in assoluto, però, è sempre lo stesso: il piegamento dev'essere continuo. Io tendo sempre (e lo faccio ancora) a mettere la tavola sullo spigolo, piegare le gambe nella prima parte di curva e... rimanere lì, come una statua, con la tavola che senza pressione (soprattutto sul back/ripido/ghiacciato) mi scappa via.
Quando mi concentro sul mettere prima la tavola sullo spigolo piegando le gambe man mano che accelera, le cose vanno davvero diversamente. Ma... ci vogliono le gambe. E qui veniamo alla nota dolente. Un particolare che diamo sempre troppo spesso per scontato: non c'è niente da fare, per l'hard ci vogliono le gambe. Reattive, allenate, robuste, ammortizzanti.
Le GAMBE (non con la sola "G" maiuscola: tutto dev'essere maiuscolo!).
Troppo spesso viene trascurata, la cosa, ma...
... servono gambe robuste (perchè le pressioni in gioco sono elevate, se si carva sul ripido), reattive (perchè c'è poco tempo per agire), resistenti (perchè le posizioni in fase di curva non sono mai comode per le cosce), ammortizzanti (perchè la neve solo in rarissimi casi è liscia ed in tutti gli altri le gambe devono ammortizzare... ammortizzare... ammortizzare... ma nel frattempo piegarsi... distendersi...piegarsi...distendersi...opponendosi alla forza centrifuga in front... ed in back... in front... ed in back...)
Insomma: un lavoraccio.
@Jax: ovviamente, tutto 'sto pippotto non è rivolto a te (dal momento che sono cose che conosci sicuramente molto bene); ho pensato che un riassunto potesse essere utile ai desiderosi di avere spunti di riflessione su cose da sperimentare...
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